sabato 3 luglio 2010

L'invincibile nostalgia

"Talora la visione dell'Oceano sconfinato oltre lo sguardo ti è impedita dall'assillo vago -nè la luna bianca ti attira- di una nuova conchiglia tra la sabbia" (Danilo Dolci, Creatura di creature, 1979). L'idea della storia come svolte e curve improvvise permette il sogno delle cose, nell'intensità profonda dei momenti. E "la vita è il sogno di questi momenti di intensità. Che sono accaduti. (...). Costellazioni che si fermano. Per un attimo. Lampi. Tracce. Frammenti" (Gianni Vattimo, Non Essere Dio, 2006). Come quel piccolo papavero rosso tra il grano o tra i girasoli: Li hai visti quei girasoli/ alti/ lungo la strada/ in velocità/ rapita/ su distese colme/ a balconi/ aperti/ con ringhiere estive/ brulicanti?/ (...)/ Così/ inquietanti/ che ti investono/ del destino/ del mondo./ (...)/ Per quell'insistente/ immobilità/ scattata/ a sè. (PatCap, 1988)

9 commenti:

PatCap ha detto...

La pace è dimenticare?
Dall'Odissea (che sto rileggendo per l'ennesima volta, anche per un ormai contraddittorio esercizio di memoria):
"Ulisse regni, noi infonderemo l'oblìo nei fratelli e nei figli caduti; come prima fra loro ritorni l'amicizia e fioriscano pace e ricchezza". Disse Atena. Ubbidì col gaudio nell'anima Ulisse. (Canto XXIV)

Nicoletta Nuzzo ha detto...

“E’ un rompicapo non da poco quello del Tempo, la voglia è di uscirne fuori…ed invece oscillo tra
il prima e il poi nella difficoltà di percepire in simultanea il presente, di vivere “il momento di essere” come attimo immenso dove il tempo non passa, non si spezza ma dura, continua…”

PatCap ha detto...

Ma avere nel cuore (custoditi) gli attimi vissuti con la loro portata (ormai indiscussa e ineludibile) di vita, oggi mi permette di avere/vedere un "pertugio" anche per vivere il senso del tempo. E la frase di Vattimo mi ha proprio illuminato improvvisamente, l'altro giorno, leggendo il suo libro al mare: "La vita sta molto nel pensare e nel sognare a occhi aperti i nostri momenti d'intensità vissuti..." (p. 196). Soprattutto, in questa (mia) stagione della vita. Avere nel cuore ciò che è stato per essere, qui e ora, intera e per riuscire (anche) a cogliersi forse (ancora) in una prospettiva possibile: domani.

Nicoletta Nuzzo ha detto...

Sì Patrizia, il “tempo del cuore” può davvero fermare il tempo e farci vedere sguardi ed ascoltare voci e silenzi che ci avvolgono e illuminano…per me che ho il rimpianto per ogni cosa che passa anche la scrittura mi aiuta perché posso trasformare la nostalgia in linguaggio…

PatCap ha detto...

Che la nostalgia sia un nutrimento per il Sè nel cogliere il nostro "Essere" nel "Tempo" o del "Tempo" per un "Esser-ci" (Heidegger) ineludibile, al quale si giunge, oltre le illusioni dell'infanzia, nell'apprendere la lezione dell'esistenza, posta a (nostra) radice, custodita in quel "Timore e Tremore" (Kierkegaard), continuo e palpitante. Così, forse, si compie il senso dell'essere-nel-tempo che nel linguaggio trova insieme "svelamento" e "nascondimento" nella continua ricerca del Sè.

Nicoletta Nuzzo ha detto...

Timore e tremore di diventare “altro”… ma questo succede in ogni momento nel nostro continuo palpitare, ascoltiamo con le stesse orecchie, vediamo con lo stesso sguardo? Non mi sembra…voglia di altrove ma anche di radice, di lontananze ma anche ritrovamenti…la nostalgia è la possibilità di rivedere “ancora” lo stesso posto, di non staccare sempre lo sguardo, di fermarsi un po’ e tirare fiato.

PatCap ha detto...

Non certo come quel sentimento struggente, freno a essere nell'immobilismo del cuore, ma con quel senso di recupero di sè nell'interezza possibile di ogni attimo presente. Un'operazione dell'anima e della mente come nutrimento per la circostanza del vivere da cui apprendere a mantenere superando e andando avanti incontro al tempo dell'essere: il proprio, intanto. E "partendo da sè" come direttiva del metodo nella sua (nostra) verità.

Unknown ha detto...

Nostalgia...un fermo immagine....'che è nostalgia una parte di te non più tua. Nostalgia che è dolore....e gioia....e pianto. Nostalgia ricolma di profumi .... e suoni, dolci ... e più... Talmente intensa da odiarla! Ma ...si può odiare la nostalgia?

PatCap ha detto...

Nel cuore si è invasi di questo dolce sentire. Odiabile? Non so più. Una volta avrei detto sì, con la protervia energetica dell'età. Ma, nel guardarmi dentro la trovo, come tenero sguardo "piantato" sul presente che, invece, sempre (più) "scopre" e ne brucia (quasi) le radici. D'altronde: è nella parola, "il desiderio del ritorno" al Sè, alla propria "madrepatria" intessuta nel vivere, giorno dopo giorno. E solo così posso ritrovarmi senza perdermi. Forse. Senza dimenticar.