martedì 3 agosto 2010

Il rimpianto avvertito

Nell'agosto si spendono promesse e buone intenzioni perchè il tempo sembra mollare gli ormeggi: una nuova idea o un buon proposito (ci) invade. Quasi, un piacere come durante le vacanze scolastiche. Ma, forte scorre il tempo su ciò che rivive, ogni anno e muore in un lampo di un momento: la sera delle stelle cadenti, la notte calda ferragostiana in riva al mare, il piacere della brezza spiata alla finestra del primo temporale, a stare come immobili. "Ha smesso il bosco dorato di / parlare / nella sua gaia lingua di betulle / e le gru, nel mesto volo / non hanno più alcun rimpianto" (Sergej Esenin, in "Tra gli appunti sparsi di PatCap", 1997). Come "quasi un lembo baciato / da un sogno disperso / questo sguardo non sa / l'improvviso gesto finale / di un giorno dopo / a venire / se quando lo strazio mentale / perderà l'ansia vitale / di dover ricominciare" (PatCap, A mia madre a quattro mesi, incipit, 1986).

2 commenti:

PatCap ha detto...

Sono costretta a riportare qui di seguito (per motivi tecnici di trasmissione on line...) il gradito commento di Nicoletta Nuzzo del 3 agosto: "La sera delle stelle" mi aspetta sempre nell'estate, il suo sguardo è nitido, fermo, determinato ed io sono in imbarazzo per il mio essere incerto, altalenante: sospiro e rassicuro il Cielo che non mi sono persa, che sono ancora io, la stessa che in tante estati innalzava promesse...

PatCap ha detto...

La certezza, oggi, di essere puntuale a te stessa: c'è. E teneramente. Aperta anche alle sorprese di un blog (di cui ancora non se ne può rammentare il senso). Grazie. Ricordi? "Calda la spiaggia e caldo il mare", diceva una vecchia canzone: al suono ancora dei nostri pensieri (attuali) che più autentici non si può!